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Amore. 135

cosa che le aveva appartenuto viva e che sembrava vivere ancora attorcigliandosi attorno alle sue dita come per dargli l’ultimo saluto.

— Siate benedetta! — disse volgendosi ad Amarilli.

Furono le prime parole che Bruno pronunciò dopo la morte della figlia.

Terminato il funerale e la messa, dopo aver accompagnata la morta al cimitero, Editta e Amarilli ritornarono piangenti a quella casa che non doveva più ospitarle.

Quale destino le aspettava? Povere donne! Avevano appena intravista la pace dell’agiatezza, ed ecco che la fatalità le sospingeva di bel nuovo in quella vita di amarezze e di stenti dove ogni pezzo di pane costa una goccia di sudore.

Per Amarilli, ella aveva portata la sua croce quarant’anni e non era quistione che di riprenderla; ma Editta? La zitellona si crucciava molto più per la nipote che per sè stessa.

A Bruno in quei giorni non si poteva domandar consiglio; d’altronde, lo conoscevano bene; avrebbe risposto: Rimanete con me.