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Amore. 129


Bruno dondolando un piede, canticchiando e mostrandosi tutto assorto nel piacere della vendemmia, pensava: «Ci sarà l’anno venturo?» e stava attento alla tosse di cui ogni scoppio rimbombava dentro al suo petto come mitragliatrice che gli prendesse di mira il cuore.

— Ecco — disse Amarilli — questi poveri tralci piangono ora orbati dei frutti che avevano nutriti; ma verrà il giorno che rideranno, perchè la consolazione fiorirà accanto al loro dolore. Tutto si compensa.

— Tutto? — mormorò il signor Bruno automaticamente.

— Sì, tutto, perchè la speranza è nel cuore dell’uomo una seconda provvidenza, e nessuno può dire che cosa ci prepara il futuro.

Il signor Bruno fu riconoscente ad Amarilli per queste buone parole; senza la presenza di Rachele le avrebbe stretta la mano, però la ringraziò con uno sguardo.

La povera zitellona, che non mirava a tanto successo, rimase dolcemente confusa.

Intanto la vendemmia era finita. Il signor Giovanni venne a sedersi sotto il pergolato sopra un paniere capovolto. Editta non sfuggiva il suo sguardo dolce e vivace, un po’ triste qualche