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126 Parte terza.

affezionarsi, di trovare un essere superiore; il suo orgoglio non le permetteva di concedersi che a patto di salire.

Ora un pensiero la tormentava; quello di palesare ad Amarilli le sue angosce, le sue lotte ed anche sinceramente i suoi incanti. Al pari di tutti gli innamorati ella aveva sulla bocca il nome della persona cara, e avrebbe voluto ripeterlo sempre come il ritornello di una canzone che il suo cuore cantava in segreto.

Ma non erano giorni da parlar d’amore.

Rachele camminava rapidamente alla sua ora estrema; il lutto era già nell’aria.

Nella seconda metà d’agosto un effimero miglioramento, dovuto agli sforzi della gioventù che contendeva alla tisi la sua vittima, tornò ad accendere un raggio di speranza nel povero padre.

Editta e Amarilli rispettavano in silenzio quella santa illusione.

Rachele si alzava un poco e i desiderii le rinascevano pungenti, acri di una voluttà spasmodica e malata. Un capriccio fra gli altri si palesò con maggior insistenza. Si avvicinavano le ven-