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124 | Parte terza. |
esseri e roteavano intanto, quasi incandescenti, in una massa di luce.
Dalla cucina uscivano ondate di vapori caldi, odorosi; e il gatto che dormiva con un occhio tenendo l’altro intento alla preda, le mosche che fuggivano a sciami cacciate dalla piccola servetta, il cheto brontolio dalla pentola, l’urtarsi dei piatti, lo scorrere della piastra di ferro dall’uno all’altro fornello per moderare il fuoco, perfino il rumore dell’acqua piovente da un robinetto in una vasca di marmo dove Margii risciacquava spesso le sue braccia nude fino al gomito — queste manifestazioni di un benessere materiale e casalingo si fondevano in armonica perfezione cogli effluvi puri e sani della natura. Amarilli godeva di vivere. Presso al letto di Rachele le sue sensazioni erano diverse, ma ugualmente dolci. Nell’immensa bontà del suo cuore la pietà e l’amore tenevano i primi posti; dedicandosi agli altri, facendo del bene ella si trovava così lieta come di una fortuna propria. Mai impaziente, mai nervosa, la dolcezza che profondeva intorno a sè le ritornava accresciuta dalla gratitudine e dall’affetto.
La tisica era entrata in un altro periodo. Alla balda sicurezza dei primi tempi succedeva uno