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Amore. 123

tro degli Spiccorlai l’aspettava ancora... Ma non voleva tormentarsi. Suo fratello le aveva permessa una gita in quell’oasi — a che pro ripensare al deserto? Meglio era godere la fortuna presente ringraziando la Provvidenza e rimettendosi placida e rassegnata ai misteri del futuro.

Tutta la notte e buona parte del giorno ella stava in camera di Rachele spiegando una vocazione di vera suora della carità; quelle poche ore poi che lo scambio con Editta le lasciava libere le venivano centuplicate dall’interno godimento, dalla soddisfazione profonda ch’ella sentiva passeggiando sotto il portico o nel cortile o nel piccolo giardino; soffermandosi ad ogni fiore, ad ogni sasso; mirando il volo delle rondini, il cielo spazzato, i monti, l’erba, la rugiada, il bozzolo dei bruchi, la tana dei grilli, gli amori delle farfalle, tulle queste grandi e piccole cose che i suoi quarant’anni non avevano mai vedute.

Sedeva, in estasi, sulla soglia della cucina, in mezzo a un raggio di sole che la tenda indeboliva e dentro il quale volteggiavano i granelli di polvere, le festuche, i moscherini, mille atomi senza nome; molecole strappate alla natura che andavano a fecondare sotto nuove forme nuovi