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Amore. 121

meschino abito nero, la sua scialba figura, ed ebbe quasi vergogna.

Editta comprese l’emozione di sua zia. Ella che aveva veduto l’antro degli Spiccorlai e il miserabile giaciglio dove la povera donna soleva dormire i suoi sonni di vergine e di martire, ebbe compassione di quel primo momento di sorpresa; la prese per la mano e la condusse da Rachele.

Là, Amarilli si rimise un poco. Davanti al suo dovere si sentì più franca: levò il cappello e lo pose sopra una sedia, con precauzione, in modo che i nastri non toccassero terra. Da una borsetta che teneva sul braccio tirò fuori un grembiale e legatoselo attorno alla vita entrò subito in funzioni.

Sembrava che fosse sempre stata in quella camera, vicino a quel letto. Le sue scarpe non facevano rumore, si soffiava il naso in silenzio, posava i bicchieri senza urtare il vassoio; sedendosi sulla poltrona a’ piedi del letto ci aveva un’aria così agiata e piena di garbo che pareva non dovesse muoversi di più. E poichè Rachele chiudendo gli occhi disse di voler riposare qualche ora, Amarilli ricorse nuovamente alla sua borsetta, cavando fuori questa volta una