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116 | Parte seconda. |
carità, fiaccola l’amore — aveva incominciato con calma, ma la sua voce si animava parlando e gli occhi lampeggiavano — e che il grande nome di virtù spezza quotidianamente coi fratelli d’esilio, invece di metterlo in rime sulle pagine di un volume alla moda, quest’uomo, signorina, conduce una vita da bruto?
Editta era stanca della disputa. In quel momento le sembrava di odiare il signor Giovanni. Affermò a sè stessa che non avrebbe mai potuto andare d’accordo con quell’uomo, che non si intendevano su nessun punto, che non valeva la pena di discutere un sentimento al quale egli non poteva giungere. Giurò di non parlare più: ma, e guardarlo?...
Ecco che il padrone tornava a farsi sentire. Sotto il raggio di quelle pupille appassionate, rese ora malinconiche dall’interna preoccupazione, Editta sentiva le punture del tiranno ignoto. Nessuna cosa avrebbe potuto tormentarla maggiormente di quella battaglia fra il suo cuore e il suo orgoglio, fra i pregiudizi antichi e le sensazioni nuove.
Giovanni si accorgeva della lotta? Forse sì, perchè il suo sguardo, che abbandonava ben di rado la fanciulla, non rifletteva la beatitudine