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114 | Parte seconda. |
— E lei non ci vivrebbe?
— Non so; ma mi pare che un uomo dovrebbe anelare a tutto il mondo, non ad un angolo sconosciuto come questo.
Una replica era già sulla bocca del signor Giovanni, che la revocò e disse con calma:
— Io sono felice. Che cosa potrebbe darmi di più il mondo?
— Crede che non esistano gioie superiori? — esclamò Editta piccata.
— Superiori, lo ignoro; migliori no certo.
Bruno, che si trovava presente, approvò con calore la dichiarazione del signor Giovanni.
— Quando — continuò il giovane — io guardo sorgere il sole dietro gli abeti della collina, quando contemplo la luna che si specchia nel torrente, e penso che quegli astri vanno a illuminare una turba di uomini affaccendati, e mi rappresento le ire, le invidie, le calunnie, la miseria, le infamie che rodono continuamente quell’immenso colosso della società; ebbene, io mi sento superiore a tutti loro, mi sento re nella mia piccola casa in mezzo ai boschi.
— È uno stoico — pensò Editta, e soggiunse a voce alta: — Se tutti la pensassero come lei, noi vestiremmo ancora pelli di capra come san