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112 | Parte seconda. |
naturale; e il parlare esatto, quasi colto, non poteva essere che un piccolo capitale di nozioni raccolte qua e là e messe a frutto da una memoria tenace e paziente.
Che cosa aveva fatto il signor Giovanni prima di ritirarsi a vivere nella valle? Niente. Ozioso, come quasi tutta la gioventù dei piccoli paesi dove manca l’incitamento e l’emulazione, aveva sonnecchiato sui premii avuti nelle prime classi; e i malevoli dicevano chiaramente che non aveva potuto trovare da collocarsi in città, causa gli studii incompleti. Era dunque un uomo mancato, un’individualità sbiadita; la sua fama popolare non era quella che bastasse a rialzarlo agli occhi d’Editta. Giovanni portava in sè la colpa d’origine — era bandito dall’Eden spirituale dove convergevano tutte le aspirazioni della fanciulla. In una parola, essa lo amava forse, ma si vergognava di lui.
E la battaglia era fortissima, le sconfitte frequenti, la vittoria incerta.
Lo vedeva spesso. Tutti i giorni, a una data ora, passava sotto la finestra; qualche volta entrava a chiedere notizie dell’ammalata. La domenica, in chiesa, ella lo sentiva prima ancora che non lo vedesse, in piedi, vicino alla piletta del-