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98 | Parte seconda. |
Il quel momento l’uscio si schiuse adagino, adagino, e Editta avanzandosi in punta di piedi, disse:
— Vada pure signor Bruno; sto qui io adesso.
Non era molto che Editta aveva preso il suo posto di infermiera, quando Rachele si svegliò e chiese da mangiare. Editta volle sonare il campanello, ma l’ammalata la pregò di scendere ella stessa in cucina.
A metà scala Editta vide due uomini che fermi sotto il portico discorrevano a bassa voce. Uno era Bruno e l’altro non si distingueva bene, ma ad una certa casacca di fustagno e all’alta gambiera di uno stivale da caccia Editta credette di riconoscerlo, e il cuore improvvisamente le diede un balzo. Discese la scala un po’ tremante e si prometteva bene di tirar dritto in cucina, quando il signor Giovanni, levandosi il cappello con tratto cortese, la obbligò a rendergli il saluto.
— E Rachele? — domandò subito il signor Bruno.
— Si è svegliata ora; ha chiesto da mangiare...
— Vado io a dare gli ordini a Margii — disse il padre, e lasciò soli i due giovani.
Editta non pensava certamente a fermarsi; ma