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94 | Parte seconda. |
doveva venire proprio lei a rompergli il giuoco — le diede un buffetto e fischiò con maggior lena.
— Ricordati — disse Rachele tossendo — che mi devi far venire da Milano un paio di scarpe, a sandali, con bottoncini d’acciaio brillantato.
— Sì.
— Coi tacchi alti.
— Sì.
Siccome Rachele tossiva ancora, Bruno si alzò per versarle da bere. La ragazza bevette, ma tenendo in mano il bicchiere, tra un sorso e l’altro, continuò:
— Di tanto in tanto ti faccio spaventare, non è vero, papà? Vado soggetta alle infreddature, e poichè sono robusta, mi pigliano con impeto, sopraggiunge la tosse e la febbre, ma non è niente. Tu e il medico mettete giù un grande apparecchio (si fermò un istante per prender fiato), e non è niente affatto.
— Scuro; niente affatto. Prendi una pillola....
— Ma se è inutile!
Inutile.... purtroppo!
A Bruno cadde la testa sul petto, e gli occhi,