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scialle buttato a traverso dei loro corpi. Dormivano saporitamente.

Di lí a poco, un andirivieni, un movimento insolito in camera della madre, fece risollevare il capo a Teresina, che si portò accanto all’uscio, origliando.

Successe un breve silenzio. Ella stava per riprendere il suo posto, accanto al letto, quando un vagito di bimbo le trasse una esclamazione; e subito, senza riflettere, obbedendo ad uno slancio del cuore, entrò nella camera attigua.

— Mamma, mi permetti?

La signora Caterina si fece sull’uscio, seria, con un dito sulle labbra.

— La lasci entrare — mormorò fiocamente di sotto la coperta a fiorami, la voce della signora Soave.

Teresina entrò in punta di piedi, commossa, rattenendo il fiato. La signora Caterina le presentò una bambinetta appena nata, tutta rossa, avvolta in un pannicello.

— Oh! com’è piccolina.

Voleva prenderla in braccio, ma la signora Caterina non lo permise.

— Dopo, quando sarà fasciata.

Teresina la baciò adagio sui capelli; poi, avvicinandosi al letto di sua madre, vi si chinò sopra, riverente, piena di tenerezza, con un senso recondito di timore.