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viscere e nei pensieri: non lo incontrava, ma anche fuggendolo, ne avvertiva l’intensità, e in questo caso le si palesava anche piú forte, per cui prese il partito di guardarlo essa pure, attratta da un magnetismo che la dominava; finché stette immobile, improvvisamente calmata.
Allora il medico le prese dolcemente una mano contando i battiti del polso.
— Bene.
Si alzò, invitandola a mettersi nella posizione di prima, ritta sulla vita.
Ida fece atto di chiamare il padre. Il medico l’arrestò con un gesto, intanto che si chinava verso Teresina, accostandole l’orecchio al cuore.
Nel silenzio della camera si udivano i tre respiri.
— Basta — mormorò quasi subito l'ammalata.
— Le faccio male?
Non rispose: ma ricadde sui guanciali, pallidissima.
Il medico strinse le labbra.
— Permetta... abbia pazienza.
Tornò a posarle la testa sul cuore, premendo leggermente.
Aveva una foresta di capelli castagni, un po’ grossi, dai quali emanava un profumo lieve; scomposti dal movimento, quei capelli toccavano quasi la bocca di Teresina, che si irrigidiva, dilatando gli occhi, sotto la tentazione di un desiderio pazzo. Intorno all’orecchio, fra il lobulo e la radice dei