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Queste riflessioni la tennero sconvolta per parecchi giorni, e se ne amareggiò vivamente. Senza accorgersene, la sua anima accoglieva mille dubbi, si imbeveva di fiele.

L’urto continuo de’ suoi sentimenti colle realtà brutali della vita, le dava una asprezza di linguaggio che pareva bizzarria. E si accorgeva ella stessa di stuonare in mezzo agli altri; sentiva il proprio malumore come una nota falsa in un concerto, incapace di frenarsi; tanto piú incapace, perché le cresceva ogni giorno il disprezzo dei suoi simili, sotto forma di ribellione al convenzionalismo ipocrita che l’aveva oppressa, che la opprimeva sempre.

Il disgusto degli uomini e delle cose le si infiltrava per una quantità di vie secondarie, lento, ma completo.

Una volta le Ridolfì, parlando dell'ultima Portalupi, dissero:

— Oh! quella non si marita piú, è già una vecchia zitella!

E la Portalupi era minore di Teresina.

Ella riusciva antipatica a tutte quelle ragazze, così come le ragazze a lei. Si isolava piú che poteva, chiudendosi in un sussiego malinconico, che restava incomprensibile per quelle giovani testoline.

Aveva delle fissazioni, delle voglie assurde. Andando a passeggio, non poneva mai i piedi sulla connessura dei mattoni; se ciò le accadeva inavvertitamente, sentiva un ribrezzo nelle gambe, un