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Teresina passava molte ore al suo fianco, intanto che le gemelle si intrattenevano in giardino, e che l’Ida faceva i suoi compiti.

L'accordo misterioso e simpatico che aveva sempre unito madre e figlia si faceva piú sensibile in quel ravvicinamento delle loro tristezze, in quel duplice tramonto delle illusioni e della vita.

Continuavano a parlarsi poco; ma qualche volta le loro mani si cercavano, stringendosi con una scossa muta.

La signora Soave non aveva mai piú parlato a Teresina dell'Orlandi; non le aveva mai chiesto nulla; eppure Teresina, guardando gli occhi della madre, vi leggeva un immenso compatimento, una tenerezza infinita, tutta fatta di perdono e di amore.

— Quando io non sarò piú — le disse una sera — chi ti amerà, Teresa?

La figlia, gettandosi in quelle braccia amorose, voleva acchetare i timori della morente, voleva dirle che Egidio l’amava ancora.

La signora Soave la prevenne, mostrandole nella dolcezza del sorriso che aveva compreso, e soggiunse:

— Dio ti ispiri, e ti guidi, figlia mia. Non ti lascio altro consiglio che questo: Segui il tuo cuore.

Le ombre della sera, addensandosi nella stanza, le coprivano il volto, così che Teresina non ne