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colpita, andò a chiudersi in camera, e pianse come non aveva mai pianto da che era al mondo.
Pianse le lagrime disperate della giovinezza che muore. Pianse su se stessa, per il suo volto emaciato, per i suoi begli occhi che si spegnevano nell’atonia; per il suo povero corpo che, dopo aver vissuto come una pianta, stava per fossilizzarsi come un sasso. Ebbe un accesso di vera disperazione, durante il quale sentì agitarsi nel fondo delle viscere un torrente d’odio, di passioni malvagie, di invidie non mai provate.
Si torceva sul letto, mordendo le coperte con una voglia pazza di fare del male a qualcuno, col