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sprofondarsi sotto un boschetto di magnolie sempre verdi.

In fondo, sul muro di cinta, dove il fico stendeva i suoi rami nodosi, Orlandi era alla vedetta, pronto, e appena scorse la fanciulla, discese.

Teresina fu sorpresa, non dell’apparizione, ma di non aver pensato prima, che quella era una via praticabilissima per un amante ardito.

Si abbracciarono subito, senza parlare, quasi temessero di perder tempo. La fanciulla che aveva preparata una frase dignitosa, si trovò avvinghiata al collo di Egidio, e lo baciava sulle guancie, sulle orecchie, alla radice dei capelli, stringendosi a lui nel caldo delle sue braccia, colla sensazione di un benessere che affogava qualsiasi ragionamento.

Non aveva piú freddo, non era piú stanca; tutta la sua persona era appoggiata, abbandonata su quella del giovane, in un oblìo completo di tutto quanto non fosse lui. Lo stringeva gradatamente, sempre piú forte, coll’incoscienza dell’istinto, avendo una sola idea chiara e precisa: Egidio nelle sue braccia.

Egli le prese la testa, e rovesciandola indietro con un movimento brusco, la baciò sulle labbra.

— Vieni con me, fuggiamo.

Il suono della voce riscosse Teresina. Si allontanò dal giovane, tenendogli solo le mani sulle spalle, guardandolo inebbriata.

— Vieni con me. Tuo padre non acconsentirà