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giardino, e si capiva che, dopo gli scandali occorsi, non volesse esporla alla finestra che dava sulla via.
Il giardino confinava con un viottolo disabitato: ma la muraglia era alta; come avrebbero potuto parlarsi? E sopratutto che cosa le avrebbe detto?
Da un anno Teresina dormiva sola in camera; le gemelle le avevano collocate, insieme all’Ida, nell'ampia camera di Carlino.
Ebbe dunque tutto l'agio di riflettere e di pensare le cose piú stravaganti, così come le piú comuni, appoggiata alla sponda del letto.
Quando vide che la candela, quasi interamente consumata, stava per abbruciare la carta, si spogliò rapidamente l’abito di gala, mise il solito di casa, e, soffiando sulla fiamma, si buttò così mezzo vestita sul letto per aspettare l’alba.
Verso le cinque la finestra, imbiancandosi, le diede avviso del giorno che spuntava; ed ella fu meravigliata di doversi levare con uno sforzo, meravigliata di sentire il corpo in un momento come quello. Tutte le ossa le dolevano.
Si pose sulle spalle uno sciallino nero, e discese le scale rabbrividendo, sbadigliando per convulsione, con un gran vuoto al posto dello stomaco.
Attraversò il giardino in mezzo agli alberi secchi, sul viale bianco di brine; dando un’occhiata a destra nel cortile sfiancato della casa del pretore, ed a sinistra alla casina di don Giovanni, che sembrava