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Il signor Caccia, dopo aver veduto il funerale in lontananza, se ne tornava a casa rasentando i muri per evitare la neve.
Allo svolto di un canto si trovò faccia a faccia con Monsignore, il quale illustre personaggio si affrettò a salutare con una profonda scappellata. Ma con somma meraviglia, l’abate mitrato si fermò sui due piedi — Caro signor Caccia, che fortuna poterla incontrare.
— Monsignore, mi confonde; sono io che...
— La famiglia sta bene?
— Benissimo, grazie a Dio.
— E il giovinotto?