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— Si dia pace; già, questa della campana è una precauzione, ma non succederà. Nel caso, suo marito che si trova sul posto, avrà tempo di provvedere. Braccia e persone di buona volontà non ne mancano. Si figuri che perfino i cantanti, quei poveri cantanti che erano venuti qui nella speranza di poter fare una buona stagione nel nostro teatro, ebbene, anche quelli furono requisiti. L’impresario li ha minacciati di non pagarli, se non prestavano la loro opera; il tenore ha preferito fuggire, rinunciando al quartale, ma tutti gli altri rimboccarono le maniche, e fin da questa mattina lavorano sull’argine. Carlino è in casa, non è vero?
— Oh! sí. Voleva andare anche lui sull’argine, ma suo padre non ha voluto. È di là con Teresina. Le due gemelle si sono coricate belle e vestite... a un bisogno... ma che notte, che notte! Ah, signora Caterina, sono proprio sfortunata.
La signora Caterina, fermandosi nel mezzo della camera con una fascia in mano, atteggiò il volto a severità a quella severità imperiosa e brusca che riusciva sempre a calmare le sue clienti:
— In verità le dico che, se continua ad agitarsi a questo modo, la vuole finir male. Non ci pensi, lei, al Po; pensi a’ fatti suoi.
La signora Soave non rispose altro che con un gemito, lasciando scivolare le mani dai bracciuoli della poltrona, e stringendosele sul ventre, rassegnata.