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figlia rispettosa non si sarebbe mai arrischiata a incoraggiare, senza il consiglio dei genitori, l'amore di un giovane ozioso e vagabondo.
— Pare che egli metta giudizio. Ha terminato gli studi, ha fatto la pratica… — E poi?... e poi non ha un soldo. Non ha una professione. Aspettando che gli capitano i clienti vorrebbe mangiarsi la dote della moglie. Bel partito!
Ella fu sopraffatta dall’evidenza del ragionamento. Per quanto il signor Caccia vi aggiungesse di suo, spinto da una naturale antipatia, la posizione di Orlandi non era la più sicura.
Avvezza d’altra parte a riconoscere sempre, in ogni occasione, la superiorità di suo marito, si persuase che egli aveva ragione in massima; salvo il caso che Oralndi, col suo ingegno, riuscisse a far fortuna.
— E però — disse ancora la signora Soave, sentendo nel cuore tutta l’angoscia della figlia — se egli mostrasse di far bene veramente, se ottenesse un impiego, che so io? Un mezzo per crearsi una posizione onorevole, non saresti disposto ad anticipare qualche cosa a quella povera ragazza?
— Si vede proprio che non hai un’idea pratica della vita, che sei una donnicciuola, non capace che di cianciare.
— La mia dote… — La tua dote, divisa in cinque, non darebbe a