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La direttrice, vecchia zitella, coi peli sul mento, colla faccia indurita nell’ascetismo, toccava colle sue mani scarne la batista pieghevole, passando il lembo del grembiale sotto i trafori, per dar loro maggior risalto.

— Questa ghirlandina di viole — disse la pretora.

— E questo punto di Venezia — soggiunse Teresina, indicando una camicia, la cui metà superiore era tutta di trine trasparenti.

La direttrice la spiegò interamente, volendo mostrare la diligenza delle sue allieve. In fondo alla camicia, dopo l’orlo, correva una gala di trine arricciate, di una leggerezza ideale.

Teresina interrogò cogli occhi la sua amica.

— Sono bizzarrie... sai, in alcune circostanze.

La direttrice, rigida, non comprendendo nulla all’infuori del lavoro, teneva la camicia alta, spiegata come una bandiera. Intorno a lei, le orfane cogli occhi imbambolati, le bocche aperte, guardavano in silenzio.

— E tutte le camicie senza maniche? — esclamò Teresina.

— Oh! — fece la direttrice con accento pudibondo — quelle per la notte no.

— Quelle non si portano — mormorò la pretora.

— Che dici? — sussurrò Teresina a bassa voce, sgranando gli occhi.