Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
con francobollo doppio, contenente la fotografia della bella, stracciata in pezzi. A questa nuova vittoria la felicità di Teresina non ebbe piú limiti.
Un lieve fumo d’orgoglio si mischiò alla schietta sensazione del suo amore, si sentì potente, divenne audace.
Scrisse ancora: che desiderava vederlo, parlargli, chiedergli cento cose, persuadersi che egli l’amava veramente, udirlo ripetere dalla sua bocca.
Il giovane venne. Si diedero un convegno come il primo, alla finestra, di notte, e fu piú lungo del primo, inebbriante; Teresina non aveva piú paura.
Delle cento cose che voleva chiedergli, non glie ne chiese alcuna; una sola fu detta e ripetuta d’ambe le parti senza varianti, con un crescendo d’ardore; e la ridissero nel separarsi, e se la giurarono coll’anima sulle labbra.
Nulla ormai sembrava impossibile a Teresina; con l’amore di Orlandi l’avvenire era suo.
Di quindici in quindici giorni lo studente capitava a farle un’improvvisata. Ella cuciva, accanto alla finestra, e lo vedeva a un tratto comparire, rallentando il passo per potersi scambiare almeno un’occhiata. Che emozioni erano quelle!
Quando tornò la primavera, e Teresina poté lavorare coi vetri aperti, il suo cuore era sempre nella via, spiando il passo d’Orlandi.
Egli passava, rasente il muro, mormorandole