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sforzi facesse non riuscì a raccapezzare la memoria di un fatto così semplice e recente. Si pigliò della stupida, fra i sospiri di sua madre e il riso ironico delle gemelle.
Nel suo accasciamento, la fanciulla fu colta da un improvviso terrore. Se il padre sapesse?
Nessuna cosa poteva spaventare maggiormente Teresina. Ella chiese a se stessa come mai ardiva nascondere una lettera e vagheggiare un appuntamento davanti alla terribilità di quel personaggio.
Abbassò gli occhi e si pose a tremare come una foglia; si sentiva venir meno.
Altro pensiero orribile. Se la cogliesse uno svenimento? Se le aprissero il busto, per farla rinvenire, e la lettera, la fatale lettera...
Diede un balzo sulla sedia.
— Che hai, Teresina?
— Nulla.
Ella doveva avvezzarsi a quella risposta. Nulla. Nulla di ciò che si può dire, che si può vedere, nulla di ciò che gli altri capiscono.
Nulla — così spesso sinonimo di tutto.
Rapidamente decise di non comparire all'appuntamento e di distruggere subito la lettera. Era una vergogna nutrire pensieri simili nel grembo della famiglia, accanto a sua madre ammalata e triste, fra le sorelle innocenti...
Un vivo sentimento di pudore la imporporò tutta. Come si trovava colpevole! Quanto era sfrontata!