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Teresina non sapeva che risolvere; si trovava in una agitazione strana. Per fortuna nessuno venne a bussare al suo uscio, così che ebbe tempo di rimettersi alquanto, almeno in apparenza.
Nascose la lettera in seno; ma era troppo alta, la sentiva scricchiolare ad ogni movimento; aperse il busto, e la spinse piú avanti, vicino al cuore; allora le venne il dubbio che potesse scivolarle giú per la vita e perdersi per la casa; ne provò un terrore pazzo; tornò a slacciarsi tutta, assicurando la carta con uno spillo alla camicia. Ancora non si sentiva tranquilla, e ad ogni tratto andava tastando colle dita se la lettera fosse al posto.
Che voleva Orlandi da lei? Era possibile che l’amasse davvero? Egli, il piú bel giovane del paese!
Si batté la fronte: — oh! — proruppe in un oh! di rabbia, di dolore.
Ricordava una fotografia trovata nella valigia di Carlino, il ritratto di una bella donna che suo fratello aveva chiamata l'amante d'Orlandi.
Uno strazio, una smania orribile la prese, una gelosia rapida, quasi fulminea; un bisogno di interrogare suo fratello, di sapere chi fosse quella donna, se Orlandi l’amava molto, se l’amava ancora, dove era, che faceva, tutto tutto.
E Carlino era a Parma!
Si morse le mani dal dispetto; almeno glie lo avesse domandato subito, lo saprebbe. Ma che glie