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Il celebrante trascinava l'ultima parte della messa, assorto nel mistico raccoglimento della comunione. La signora Soave, rispondendo ad una inchiesta delle gemelle, disse:

— Or ora, abbiate pazienza. Fate l'atto d'adorazione.

L'Ite missa est fu accolto con un movimento di soddisfazione generale. Teresina chiuse il libro, in apparenza composta, ma con un tremito in tutto il corpo. Si segnò, fece la riverenza; il cuore le batteva disordinatamente.

Appena fuori di chiesa, sulla soglia, prima ancora di aprire l'ombrello, ella guardò ansiosa in un certo angolo della piazzetta. Orlandi era là, riparato sotto un’ampia gronda all’antica, colle spalle al muro, l'occhio intento. Scambiarono uno sguardo rapidissimo, lor due soli; e poi, quando furono vicini, il giovane salutò.

— Come fa Orlandi ad essere ancora qui? — disse la signora Soave. — Dovrebbe trovarsi a Parma già da un mese.

Teresina non rispose; ma il suo viso divenne rosso infiammato.

Non osava piú alzare gli occhi; camminava automaticamente, fissando i quattro stivaletti delle gemelle i quali battevano il lastrico davanti a lei.

Dalla chiesa di San Francesco alla lor casa erano pochi passi. Sulla porta furono raggiunte da Orlandi, che si scusò dell'ardire, annunciando che l'