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— Allora è vuota.
— No.
— Sì.
L’attenzione si fece così intensa che piú nessuno parlava. Cercarono tutti di cacciarsi avanti, per vedere meglio.
Gli ingegneri, presa una torcia a vento, si avanzarono, risalendo l’argine. Il sottoprefetto e il sindaco li seguirono, e così man mano tutti paurosi, curiosi, trepidanti.
Alcune donne recitavano sommessamente il rosario, stringendosi sotto il mento la pezzuola che avevano in capo, non osando avanzarsi troppo.
— È proprio una barca.
— Date su la voce.
— Oh! là!
Non una, cento voci ripeterono: — Oh! là! — e la barca intanto scendeva a rotta di collo.
Subito prepararono funi ed uncini per aiutare il battello, che era un rozzo battello di pescatori, a toccare la riva.
— Ma chi è quel matto? — domandò piano il sottoprefetto al tenente dei carabinieri, che si strinse nelle spalle.
Si distingueva una forma d’uomo, ritta in piedi in mezzo alla barca, lottando fortemente coi remi per allontanare l’urto dei tronchi d’albero che la corrente trascinava ne’ suoi vortici; e tutto intorno il fiume mugghiava sollevando una grossa spuma