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— Dopo pranzo.
— Dove?
— Dalla signora Letizia, la zia dell’Orlandi, che ha una bella cocomeriera poco lontana di qui, sulla strada della fontana. Vuoi venire anche tu?
— Oh! ... ma io non conosco la signora Letizia.
— Sì che la conosci; la vedi in chiesa le domeniche, nel terzo banco a destra; distratta tutto il tempo della messa per osservare se suo nipote si trova in chiesa. Lei ti conosce; mi ha detto che le sembri una buona ragazza e se volevo condurti qualche volta a trovarla.
— No, no, — tornò a dire Teresina — io non la conosco.
Verso le sei del pomeriggio, intanto che Carlino si calcava il cappello in testa, fu bussato alla porta di strada, e la signora Letizia, con un velino nero in capo e una mantiglia sul braccio, si fermò sulla soglia.
La signora Soave andandole incontro, la invitò ad entrare; ma era la prima volta che si parlavano e un certo imbarazzo le tratteneva; rimasero sulla soglia.
La signora Letizia spiegò che, passando davanti alla porta, si era permessa di fermarsi per domandare il permesso di condurre anche Teresina.
La fanciulla stava a udire, imbarazzata, divisa tra due pareri. La signora Letizia soggiunse: