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forse, perché il signor Caccia vedendolo non aveva mancato di aggrottare le sopracciglia; e a questo segno infallibile di burrasca, era successa una vera burrasca di motti acerbi e di rimproveri, quando lo studente dovette confessare che in due esami non era riuscito.
Ma lassù, nella gaiezza della sua camera aperta, nel disordine della valigia sfatta, di tanti oggetti vecchi ritrovati, di tanti nuovi ai quali bisognava trovare un posto, Carlino non ricordava piú la sfuriata paterna.
Rideva, appoggiato colle spalle al muro, fumando mezzo sigaro, intanto che Teresina levava la biancheria dalla valigia.
La piena luce li illuminava entrambi, fratello e sorella, facendo risaltare la lieve somiglianza che avevano nell'ovale della faccia, nel colore dei capelli, nella statura; giovani tutti e due e sani, ma già differenti nell'espressione della vita interna.
Gli occhi di Teresina, malinconici e dolci, cercavano lo sguardo vivace del fratello, scendendo poi con una curiosità ingenua lungo le guancie, su quei piccoli baffi, nella linea del collo forte e muscoloso. Gli si avvicinò toccandogli col rovescio della mano la gota, presso l'orecchio, dove spuntava una lanuggine bruna, e disse, ridendo: — Com'è morbida! — Poi gli rimase accanto, aspirando l'odore dello sigaro che gli usciva dalle labbra, beata, finché