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IX.
Nella camera di Carlino le finestre erano spalancate, tutte e due; e dalle ampie aperture entrava una luce allegra, sfacciatella, che frugava per ogni angolo, dal pavimento al soffitto. Le pareti, quasi nude e bianche, rifrangevanoi raggi del sole nella crudezza di un mattino splendido.
Il giovinotto era giunto la sera prima, alto, impersonito, con un principio di baffi sul labbro superiore, con un cappellino a cencio, verdone, posato sull'occhio sinistro, e un tutto insieme così cambiato, così diverso dal Carlino solito, che in famiglia ne restarono tutti impressionati.
Era partito rozzo, impacciato ne' suoi abiti mal fatti; non sapeva pettinarsi, aveva le mani mal curate, faceva ancora il ragazzaccio, il monello che giuoca in mezzo alla strada.
Dieci mesi erano bastati a trasformarlo, troppo,