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Arse d’ira contro il duca, nella scena del bosco. Maddalena le parve una sguaiataccia, incapace di poter destare amore. Ma la tragica fine di Gilda, intanto che lo scettico passa nel fondo canterellando la sua canzone, quella fine la colpì profondamente. Dovette ritirarsi, nell’ombra, a nascondervi le sue lagrime.
— Che hai, bambina? è possibile tanta ingenuità? Non è un fatto vero, sai? Gilda, a momenti, andrà a cena, pienamente d’accordo col suo amante.
Così la moglie del pretore tentava di acchetare Teresina, senza riuscirvi, perchè la sua commozione aveva un’origine occulta.
La passione intensa di quel dramma d’amore trovava una corrispondenza segreta ed intima nell’anima della fanciulla, a cui l’amore si era rivelato con una sofferenza. Le potenti creazioni di Rigoletto e del duca, la soave figura di Gilda erano più che personaggi; erano sentimenti, erano passioni incarnate e la grandiosità terribile ed umana di tutto quel lavoro si ripercoteva in ogni sua fibra.
Sotto i colpi di quella forte commozione, la natura spirituale della fanciulla si temprava, nobilitandosi, afferrando i contorni di un ideale sicuro. Ella fuse, nel suo pensiero, il proprio amore coll’amore di Gilda. I ricordi, che già principiavano a sbiadire, perdettero l’impronta personale, mescendosi a una quantità d’altre impressioni e ad aspirazioni nuove.