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Quali interessi? Teresina non ne sapeva nulla; capì solamente che l’occasione di parlare era passata.

Vennero a casa le gemelle e Carlino insieme.

— Mi hai portato l’usignolo?

Teresina dovette confessare che se n’era scordata, e prendersi in santa pace della storditaccia. Le bambine anch’esse le furono addosso, chiedendole se aveva portato qualche cosa da Marcaria.

— Ma che cosa doveva portarvi, Signore!

Era un po’ indispettita; per la prima volta le sue sorelle le davano un senso di molestia.

Ma le gemelle non si scoraggiavano; l’una da una parte e l’altra dall’altra le si attaccarono alle gonne, accarezzandola, frugandola, a tal punto che scoprirono nella tasca, il grosso confetto. Allora non si fermarono più.

— Rendetemi il mio confetto — gridava Teresina esasperata.

Non era nemmeno da sperarlo; le bambine se lo contendevano a pugni.

— Voglio il mio confetto — replicò Teresina, colle lagrime agli occhi, facendo atto di impadronirsene a viva forza.

La signora Soave che, sulle prime, aveva creduto che Teresina scherzasse, vedendola così incollerita, non potè fare a meno di rimproverarla, dolcemente. Come mai poteva ella lasciar piangere le bambine per un confetto!