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perte ancora della peluria di un giovane frutto. Teneva i labbruzzi dischiusi tra il sorriso e la meraviglia, accentuando così una fossetta nella guancia destra che era per sè sola un incanto.

— Non trovo il temperino — disse Senio.

Dina cacciò in fretta la mano nel taschino del grembiale, e lo rovesciò; ne venner fuori un piccolo ditale e due noci, ma non un temperino.

— Non importa. Sta’ ferma.

Disegnò per qualche minuto in silenzio, e Dina non fiatava, cogli occhi spalancati e immobili.

— Non darti tanta pena per gli occhi. Ti ho già detto che prendo solamente le linee della figura.

— Ma allora non è un ritratto...

— Sì che è un ritratto, vedrai.

Dina si fece puntello delle mani per spingersi in fuori a vedere il disegno.