Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 57 — |
un compatimento che in Corinna si alimentava del suo amore per il prossimo, in Orsola del suo dovere religioso di carità. L’abitudine si era incaricata di fare il resto, e nel ritrovo quotidiano, nella somiglianza della vita esterna, nel distacco dal mondo, in una comune onestà scrupolosa, era germogliata a poco a poco una amicizia tenace.
Corinna non risparmiava la sua amica Orsola più di quanto risparmiasse le altre persone; erano anzi attacchi violenti, cariche a fondo contro i pregiudizi, i dogmi, l'ideale ristretto, l'amore meschino, l'ignoranza, l'indolenza, l’egoismo mascherato di pietà, il pudore stupido, la bontà passiva; ma tutta questa mitraglia andava a cadere, smussandosi, contro l’apatica rassegnazione di Orsola, la quale, se aveva in principio trasalito sotto i colpi, vi si era avvezzata adesso così bene da non riceverne maggiore molestia di quella che può dare un moscerino imprigionato nelle pieghe