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fessione scandalosa di ateismo era riboccante di sentimento religioso.

Voleva bene a tutti fuorché a sé stessa, S’interessava ad ogni miseria, ad ogni dolore. Compativa, perdonava; dalle sue labbra non usciva mai una parola di maldicenza. Strapazzava volentieri i suoi dipendenti per un certo spirito irrefrenato di perfezione, ma li beneficava con eguale ardore. Non andava alla messa, ma lavorava dall’alba fin oltre il tramonto per amore de’ suoi simili.

Al fratello si era dedicata tutta, compietamente, prima di sapere se ella stessa non avesse diritto a qualche cosa. Non conosceva nemmeno di essere brutta; non si era guardata mai, non si era interrogata, non gliene importava nulla.

— Meglio — aveva detto una volta scoprendosi sul volto tutti quei peli lunghi e corti — non verrà a nessuno la voglia di baciarmi.

Ed aveva riso sonoramente, sembrandole di