Pagina:Neera - Senio, Galli, 1892.djvu/60


— 46 —


succio era immerso nelle tenebre, le vie impraticabili.

Ripassò davanti alla casa di Stefano e sentì una stretta al cuore. Allungò il passo, gettò il sigaro, ne accese un altro, avviandosi lentamente verso la stazione della ferrovia.

Mancavano ancora tre quarti d’ora alla partenza. Gli sportelli erano chiusi; chiusa la sala d’aspetto; dietro i vetri della sua stanzetta si vedeva il Capo-stazione occupato a telegrafare.

— Se il signore vuol restar servito — disse l’inserviente presentandosi a Senio — le posso aprire la sala d’aspetto.

Nessun altro aspettava fuor che lui. Entrò, e l’inserviente dietro, gettandosi entrambi sopra una meschina stufa di ghisa appena tiepida.

— È orribile questa giornata. Pensare che siamo quasi in marzo! Per fortuna non ne abbiamo molte di simili. Si può dire che da