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il fuoco senza che i due amici vi ponessero mente; ella sparse ancora qualche lagrima, gettò una o due occhiate a Senio per raccomandargli tacitamente il suo padrone e finalmente uscì chiudendosi dietro la vetrata.

Allora Stefano parlò, parlò a lungo. Disse come aveva vissuto fino all'ultimo nell'illusione di essere amato, come ella aveva saputo dissimulare, chi sa, forse soffrendo; lottando certamente.

— Perchè, vedi, — soggiunse cedendo alla foga generosa del suo animo — ella non era cattiva; quando credette di amarmi non conosceva nulla dell’amore, e quante volte avviene così! Cresciuta lontana dal mondo, nel rigore assoluto d’una famiglia ignorante, io fui il primo uomo ch’ella potè avvicinare, il primo che la guardò negli occhi e che le strinse la mano. Mi sembrava così bello allora tutto ciò. Una vergine pura, mia e solamente mia... È un errore, è un errore!