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l’unione dei dissimili, Stefano discendeva da una famiglia di artisti; aveva la tempra sensibile che si acquista negli amori coll'ideale e serpeggia in certe generazioni col fremito di una corda che vibra ancora quando la musica è cessata: sono le famiglie che danno successivamente un pittore, un poeta, un missionario, una donna che muore d’amore o che si fa monaca.
Stefano era bello in un modo tutto diverso da Senio; propriamente parlando non era bello; la statura troppo alta, le spalle strette, la carnagione olivastra, un non so che di incompleto, di squilibrato. Pure i grandi occhi neri che scintillavano in quel volto assorbivano così bene l’attenzione che nulla più si vedeva del resto e piaceva.
Senio si era affezionato a lui in una circostanza cavalleresca, difendendolo da tre o quattro monelli che lo avevano assalito approfittando della sua timidezza. Erano allora