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non formulato ma vagante, che è propria dei placidi e sicuri affetti. Egli sapeva che avrebbe trovato sempre, in qualunque tempo, in qualsiasi circostanza, la rozza mano di sua sorella tesa per lui, il suo gran cuore pronto a riceverlo. Ed era un’altra gioia aggiunta alla sua vita. Mettendo piede sul primo vagone italiano aveva mormorato tra sè, due volte, con molta dolcezza: Cara, cara Corinna!
Nessuno si sarebbe immaginato, all’udirlo, che l’espressione amorosa uscita dai labbri di quel bellissimo giovane fosse rivolta ad una povera zitellona quarantenne.
Insieme a Corinna, un’altra persona occupava il cuore di Senio; e se per poco i suoi entusiasmi davanti all’Appennino nevoso si assopivano, era per far posto alle due immagini delle persone che egli amava: sua sorella e l’amico Stefano.
Compagni fino dai primi banchi del ginnasio, essi presentavano un esempio perfetto del-