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l'insofferenza e la stanchezza dell’immobilità, l'aborrimento del letto. Una smania di esserne fuori lo prendeva rabbiosamente e si sfogava come poteva, trovando tutto mal fatto, lagnandosi, imprecando, Ella lo lasciava dire, piegandosi alla bufera, aspettando che passasse; e quando era passata, nello stesso modo che si dà uno zuccherino ad un bimbo, ricominciava le sue parole melliflue, le sue piccole cure di benessere materiale, facendogli l'improvvisata del cibo che preferiva, inventando nuove maniere per rendergli meno incomoda la giacitura obbligatoria, circondandolo di morbidezza e di calore.

Nelle lunghe, interminabili serate, ella portava un tavolino accanto al letto e si ingegnava a fare qualche partita a dama o al domino. Quando Senio era stanco, oppure voleva leggere o dormire, ella si allontanava silenziosa e andava a coricarsi nel salotto attiguo, sopra un letto da campo.