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tare un tributo della propria illimitata fiducia, a giurare dell’onestà di Stefano.

Erano madri a cui aveva salvato i pargoletti, genitori con i quali aveva pianto insieme, orfani che avevano trovato in lui un padre e un amico. Ognuno di essi lo aveva visto accorrere pronto nell’ora del bisogno, affrontare qualsiasi disagio, offrire sempre la propria persona, lottare con le sofferenze, vincere la morte, spargere dappertutto l’onda larga e benefica di un affetto che sembrava crescere quanto più si prodigava.

Chi narrava la sua generosità, chi la sua filantropia e la sua bontà coi poverelli, chi la rettitudine della sua condotta. Nessuno si astenne dalla nobile gara; le prove in favore di Stefano si accumulavano sempre più dinanzi agli occhi meravigliati di Senio. Per quanto egli potesse fare, niente era paragonabile a questo insorgere di tutto un paese per la difesa di un uomo. Doveva essere assai