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dargli la soddisfazione di mostrare ai compagni che una famiglia l’aveva, c’era Corinna. Corinna, la sua vecchia sorella, che gli preparava per l'inverno delle buone calze di lana a righe rosse e nere e delle cravatte fantastiche, ritagliate in ogni genere di stoffa: orléans, piquet, lèvantine, surah, tibet: accompagnate da lettere interminabili dove la scienza e la filosofia si fondevano in un attaccamento da cieco per il suo cane.

E certo che Senio non si era mai soffermato a riflettere che se Corinna avesse preteso la sua quota della modesta sostanza paterna, non gli sarebbe rimasto tanto da mantenersi in collegio. Ma, poiché ella aveva fatta la volontaria rinuncia, era giusto che egli ne godesse.

D’altra parte Corinna con la sua faccia di uomo mal sbarbato, col suo corpo angoloso, quantunque avesse appena quarant’anni, gli era sempre apparsa come una creatura senza