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strette, tutto il passato rinacque. Senio ritrovava l’antico condiscepolo, il nobile emulo de’ suoi studi, il compagno de’ suoi giuochi, l’anima tenera e sensibile che per un arcano bisogno di contrasti era stata la più vicina all’anima sua.

Il tempo e la dura prova della vita avevano accentuato sulla fisionomia di Mordini quella espressione di malinconia profonda e pure serena che anche nei giorni lieti traspariva dietro la fiamma de’ suoi occhi; quasi un convincimento della parte dolorosa che gli era toccata nel mondo e nello stesso tempo uria rassegnazione dignitosa e fiera.

Le sventure proprie e il contatto giornaliero con le sofferenze degli altri si erano combinati per sviluppare la grande forza d’ amore che era in lui. Egli era giunto al punto che nessuna miseria lo meravigliava, nè lo atterriva, nè lo disgustava più; ma facendo risalire l’impressione materiale alla suprema fonte del