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In quei pochi giorni di dimora egli si trovò spesso colle due povere donne che lo aiutavano nel pietoso incarico di scegliere e di destinare le robe della defunta, non mai solo con Dina; l’ultima sera sì.

Era uscito dalla casa oramai vuota e divenutagli triste insopportabilmente. Il pensiero di un addio forse eterno, certamente lungo, lo condusse al cimitero. Era l’ora dell’abbandono completo, quando le fosse nel crepuscolo violaceo riprendono le fredde tinte dei marmi che le coprono e dalle ombre lunghe dei cipressi piove la pace suprema, il buio, il silenzio ininterrotto.

Le zolle ancora smosse che coprivano il corpo di Corinna tracciavano in mezzo all’erba un rettangolo bruno. Davanti a quei pochi palmi di terra, Senio passò l’ora più malinconica della sua esistenza. La morte al pari della vita gli tenevano nascosto il loro mistero più ardente; invano egli le interrogava. Il silenzio