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Furono peraltro giorni tristissimi. L’incalzare degli affari dava solo a Senio un po’ di tregua; ma quando entrava nelle camere deserte, quando scorgeva la sedia di Corinna vuota, quando prendeva in mano i suoi lavori, era uno strazio continuamente rinnovato.

Per un breve spazio di tempo accarezzò ancora l’idea di far sua la fanciulla che lo amava da tanti anni in segreto e compiere così l’ultimo desiderio della sorella. Tutte le sue relazioni con Dina, ripensate ad una ad una, gli mettevano nel cuore una dolcezza grande... Se egli avesse creduto all’amore, se avesse potuto amare, nessuna donna ne sarebbe stata più degna. Occorreva uno sforzo per vincere la sua accidia e il suo egoismo, per rompere la lunga abitudine del pessimismo, per indurlo a movere risolutamente verso quei pericoli e quegli affanni che egli aveva temuti, più di ogni altra cosa, nella vita. Ma non gli riuscì di compiere un tale sforzo.