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bel volto attirava le simpatie, la sua forza lo faceva rispettato, il suo carattere, sempre eguale, non gli creava nemici.

Fin dalle prime classi egli si era conquistata l’ammirazione dei condiscepoli che dicevano di lui: Senio riesce in tutto ciò che vuole.

Riusciva infatti nelle cose più disparate nella matematica e nel ballo, nelle lingue e nella scherma, così agile d’ingegno come di muscoli; albero possente che cresceva nelle migliori condizioni di semente e di terreno. Il suo stesso aspetto un po’ rude, francamente popolare, gli giovava, allontanando da lui l’apparenza di una superiorità troppo visibile, di quella delicatezza raffinata che indica l’aristocratico e che, se ispira qualche simpatia, suscita del pari molte invidie.

Egli era veramente il figlio dei campi. Nelle sue vene scorreva un sangue rimasto puro nelle aspre lotte del lavoro, e nel quale non