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porta, sembrava avere una importanza infinita, come se tutto il mondo gli appartenesse. Guardava il cielo a destra, a sinistra, procurando di indovinare il tempo, e piegava poi a norma della momentanea ispirazione, respirando largamente la brezza del mattino, invaso da una felicità fisica completa.
Come più gli pareva allungava o rallentava il passo, per niente altro che per provare a sè stesso di essere libero. Canticchiava, oppure si fermava su due piedi a guardare un oggetto indifferente, tornando indietro, riprendendosi, con una sprezzatura disinvolta di scolaro in vacanza.
Si meravigliava egli stesso di scoprire tante belle cose nella vita; si interessava ai negozi nuovi, alle case in costruzione, ai progetti di strade, alle mode delle donne. Un piacere deliziosamente egoistico glielo davano i bambini che andavano a scuola. Godeva nel mirare i loro tondi visetti, le manine che reggevano