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riodo amaro, pieno d’ira cupa e concentrata, arido, desolato.

Ma anche questo finì.


Passò l'estate, passò l'inverno e la primavera venne con tutte le sue delizie a rinnovare la terra. In quell’onda di vita nuova Senio riacquistò la salute e la serenità. Tornò, come una volta, a godere la gioia di vivere senza preoccupazione di sorta, nella sconfinata libertà che gli offriva la mancanza di ogni vincolo.

Tutte le mattine, al destarsi, la prima impressione era quella di sentire l’io interamente libero, di appartenersi corpo ed anima, di non dover chiedere a nessuno la propria felicità e di non essere obbligato a darla. Si vestiva rapidamente, con una allegria infantile, pensando che l’ignoto era davanti a lui tutto pieno di sorprese e di mistero.

La boccata d’aria che prendeva, fermandosi un momento, prima di varcare la soglia della