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quella donna e non potere e non sapere darle nessun sollevo, sentirsi necessario a lei quando egli di lei non aveva più bisogno, era appunto la miseria sentimentale che aveva sempre temuta, la conseguenza inevitabile di quell'istante di follia che dicesi amore.

Questo poi c’era di fatale, di grottescamente fatale; che mentre soffriva al pari di lei, aveva l’aria di essere crudele ed ingrato; una ragione di più per detestare questa situazione dove l'uomo, anche onesto, fa sempre una figura meschina e dove la donna, pur se colpevole, si riveste della sua debolezza come di una aureola. Così per molti giorni ancora Senio continuò ad impallidire ed a spasimare ad ogni lettera che riceveva; ogni colpo di campanello lo faceva trasalire; tutta la sua vita era guasta, attossicata da questo rimorso senza colpa: non amare più.

In ogni figura femminile intravista da lon-