Pagina:Neera - Senio, Galli, 1892.djvu/197


— 183 —


d’oro della catena si rompevano, andavano via in frantumi, in polvere impalpabile, in atomi. Egli ritornava padrone.

Con la ebbrezza tutto era sparito; la momentanea idealità, l’illusione, il desiderio che gli prestava la sublime e fatale finzione dell’eterno. Ora la finzione ripugnava alla sua anima onesta, e questa finzione non era il minimo de’ suoi dolori.

Il momento della menzogna, inevitabile in tutti gli amori, era passato. Non sapeva più illudersi al punto da credere d’avere gli stessi gusti di donna Clara, e quelle cose che prima gli piacevano lo lasciavano adesso indifferente.

Non trovava nel salotto quel tepore di nido che lo aveva tanto ammaliato nei primi tempi; l’abito bleu di donna Clara, cadente in pieghe flosce, non gli dava nessun brivido. Il piacere stesso non era più piacere. E allora, si domandava Senio con amarezza, perchè continuare? Ecco l’eterno inganno che tiene uniti